Soluzioni bio-logiche per un’architettura sostenibile

Malaguti Architettura vuole accompagnare sempre di più le persone che si rivolgono allo Studio lungo un progetto edilizio legato a doppio filo al progetto di vita.

Il percorso che conduce alla realizzazione della propria casa o dello spazio di lavoro coinvolge non solo la corporeità degli edifici ma anche l’interiorità, le emozioni e i sentimenti dell’essere umano.

Edifici Nuovi

Concepiamo gli edifici come esseri viventi, che rispondono bio-logicamente, proprio come noi. I nostri progetti sono sempre alla ricerca di un equilibrio tra ambiente costruito e ambiente urbano per favorirne l’appropriazione, l’accettazione e la riconoscibilità. 

Recupero edilizio

Il benessere dell’essere umano è connesso all’edificio che abita e nel quale opera. Anche negli interventi di recupero ricerchiamo la massima efficienza energetica e il minimo impatto ambientale per dare alle persone luoghi che risuonino con le loro esigenze e i loro desideri.

Il materiale diventa materia

Dedichiamo estrema attenzione allo studio e all’uso di pochi e indispensabili materiali di alta qualità. Li selezioniamo in modo accurato e consapevole e li utilizziamo basandoci su un approccio alchemico che trasforma il materiale in materia.

I materiali sono alla base del benessere abitativo e della salubrità; è per questo che li scegliamo sostenibili, durevoli e flessibili.

Legno

Legno

Il legno è “simpatico” all’uomo. Che cosa è un albero se non un cantiere dove si sviluppa la vita a “Km-zero” dentro ad un grande sistema fotovoltaico? La sintesi clorofilliana trasforma l’energia solare in zuccheri fondamentali per la vita della pianta, usando solo l’energia necessaria e sufficiente per produrre la fibra che serve.

Immaginando di vivere in un edificio completamente di legno, per esempio una noce e osservandone una sezione si nota che il guscio, sottilissimo in proporzione al seme, prende esattamente la forma dello stesso. Ricorda un edificio unifamiliare in cui le stanze sono strutturate per avere la forma di contatto meno grande possibile e rendere minimo lo scambio termico con l’ambiente esterno.

L’uso del legno in edilizia, in tutte le sue accezioni e le sue componenti tecnologiche, sarà sempre vicino all’uomo, in virtù del fatto che ogni organismo edilizio ha una sua specificità “organica” e “territoriale” e come tale persegue la sua vocazione all’autocontrollo ambientale ed al rispetto per rispondere in modo bio-logico al mondo esterno con un proprio “metabolismo” in sintonia con le sollecitazioni ambientali esterne.

Sughero tostato

Sughero tostato

Da secoli la Natura ha insegnato all’uomo a leggere il proprio sistema naturale locale e a realizzare il tipo edilizio più consono per proteggersi dal freddo e dal caldo. La quercia da sughero ne è un esempio calzante. La materia prima con cui il sughero è realizzato è al 100% corteccia delle querce da sughero, soprattutto quella derivante dalle potature annuali. Il pannello di sughero nasce da un processo termico di espansione, detto “tostatura” per via del colore bruno che assume al termine della produzione. Durante il processo termico il vapore acqueo permette la fusione delle sostanze cerose naturalmente contenute nel sughero, in primis la suberina. Questa cera naturale agisce da collante, permettendo l’aggregazione dei granuli, senza aggiunta di alcun aggregante sintetico.

Il naturale processo di espansione non altera in alcun modo le caratteristiche del sughero ma le amplifica, migliorandone il potere coibente.

Le materie prime da sempre sono bio-logiche, vicino al cantiere, a “Km-zero”, senza sprechi, recuperando in modo saggio ogni scarto e cercando metodologie il più possibile sostenibili e con il minor dispendio energetico possibile.

Calce

Calce

Nel corso del tempo l’essere umano ha imparato ad indossare una seconda pelle, il vestiario, indispensabile ad imprigionare l’aria contenuta tra epidermide e stoffe. Questo tampone facilita o meno al vettore corpo la dissipazione per irraggiamento verso l’esterno. Parallelamente, nella storia dell’architettura, la calce, nella sua accezione di “vestito”, ovvero di intonaco, ha dato ottimi contribuiti alle strategie di recupero e al contenimento energetico. Queste soluzioni tecniche, spesso ad imitazione della natura, hanno elevato la sensazione di benessere fisiologico limitando gli scambi per irraggiamento.

Nella realtà la calce è come pietra liquida, descritta, negli antichi manuali dei mastri muratori, in questo modo:
“Ossido di calce ottenuto dalla cottura – calcinazione – in apposita fornace della pietra calcarea carbonata. La calce così ottenuta si chiama calce viva, che poi viene spenta – estinzione – facendola fermentare nell’acqua. Mescolata con rena o sabbia – ammaltata – dà la malta di calcina che si chiama anche grassello se è poca la quantità della rena, e magra se la sabbia è molta. Latte di calce è la calce spenta e allungata con acqua; calce bianca è il fiore della calce; (…)”
(Dizionario di Architettura, G. Ravazzini, Editore-libraio della Real casa, Milano 1916).

Terra cruda

Terra cruda

La terra è da sempre il materiale da costruzione che esprime le massime specificità locali entrando in sinergia con i caratteri climatici e territoriali della zona in cui viene utilizzata.

Ancora oggi il 40% della popolazione mondiale vive in case di terra cruda in territori con caratteristiche climatiche, socioeconomiche e sismiche differenti.

Termini quali salubrità, naturalità, località ed economia accomunano questo straordinario materiale il cui potenziale costruttivo e creativo sta oggi ridestando curiosità e interesse. L’argilla è facile da reperire, eliminando costi di traporto e stoccaggio. Inoltre, è facile da utilizzare e riutilizzare: esistono molte tecniche di semplice impiego, dai tamponamenti di strutture a telaio, alle finiture più preziose, ma sempre con la possibilità di un recupero pressoché totale, caratteristica che pone la terra in testa ai materiali più ecologici.

Alla terra cruda, unico materiale in edilizia che non subisce alcun processo lavorativo di trasformazione, possono inoltre essere aggiunti materiali naturali quali il canapulo, trucioli di legno o paglia, prodotti fibrosi che creano una sinergia indissolubile: mineralizzati dall’argilla, sono protetti dal fuoco o da attacchi di parassiti e grazie alla loro composizione cellulare porosa innescano continuamente, nei loro micropori, processi di condensazione interna di umidità e di evaporazione verso l’esterno.

Cocciopesto

Cocciopesto

Conosciuto e usato già nell’antichità, unito alla calce aerea dà vita ad una malta idraulica capace di asciugare anche in ambienti umidi.

In edilizia, per malta si intende un impasto che unisce legante, acqua e aggregati. In particolare, questi ultimi donano alla malta una vera e propria intelaiatura, uno scheletro rigido che rende compatta la struttura complessiva. Al posto delle sabbie, solitamente usate come aggregati, la cultura veneta era solita, per nobilitare l’impasto, frantumare e macinare coppi perché laterizi più puri in quanto dilavati dalle acque meteoriche.

Una malta a base di cocciopesto può essere meravigliosamente impiegata come rivestimento sulle pareti o sui pavimenti. Le sue spiccate capacità traspiranti la rendono simile ad una spugna in grado di risanare murature con presenza di umidità.

canapa

Canapa

Il canapulo è la parte legnosa della pianta di canapa. Le fibre (corteccia) vengono rimosse tramite processo di separazione meccanica e la parte legnosa viene triturata, sminuzzata in piccole parti e successivamente raffinata eliminando residui di fibre e polveri. La principale caratteristica del canapulo (o legno di canapa) è quella di possedere una struttura molecolare ad alveare; risulta quindi perfettamente traspirante e con un alto contenuto di silice nella fibra, perciò durevole, ma al tempo stesso duttile e con un elevato potere termico. Dalla fibra tessile all’edilizia, si possono vedere numerose peculiarità di questa materia, come ottimo isolante termico ed acustico, materiale altamente permeabile al vapore e quindi deumidificante ed antimuffa.

Legno

Il legno è “simpatico” all’uomo. Che cosa è un albero se non un cantiere dove si sviluppa la vita a “Km-zero” dentro ad un grande sistema fotovoltaico? La sintesi clorofilliana trasforma l’energia solare in zuccheri fondamentali per la vita della pianta, usando solo l’energia necessaria e sufficiente per produrre la fibra che serve.

Immaginando di vivere in un edificio completamente di legno, per esempio una noce e osservandone una sezione si nota che il guscio, sottilissimo in proporzione al seme, prende esattamente la forma dello stesso. Ricorda un edificio unifamiliare in cui le stanze sono strutturate per avere la forma di contatto meno grande possibile e rendere minimo lo scambio termico con l’ambiente esterno.

L’uso del legno in edilizia, in tutte le sue accezioni e le sue componenti tecnologiche, sarà sempre vicino all’uomo, in virtù del fatto che ogni organismo edilizio ha una sua specificità “organica” e “territoriale” e come tale persegue la sua vocazione all’autocontrollo ambientale ed al rispetto per rispondere in modo bio-logico al mondo esterno con un proprio “metabolismo” in sintonia con le sollecitazioni ambientali esterne.

Sughero tostato

Da secoli la Natura ha insegnato all’uomo a leggere il proprio sistema naturale locale e a realizzare il tipo edilizio più consono per proteggersi dal freddo e dal caldo. La quercia da sughero ne è un esempio calzante. La materia prima con cui il sughero è realizzato è al 100% corteccia delle querce da sughero, soprattutto quella derivante dalle potature annuali. Il pannello di sughero nasce da un processo termico di espansione, detto “tostatura” per via del colore bruno che assume al termine della produzione. Durante il processo termico il vapore acqueo permette la fusione delle sostanze cerose naturalmente contenute nel sughero, in primis la suberina. Questa cera naturale agisce da collante, permettendo l’aggregazione dei granuli, senza aggiunta di alcun aggregante sintetico.

Il naturale processo di espansione non altera in alcun modo le caratteristiche del sughero ma le amplifica, migliorandone il potere coibente.

Le materie prime da sempre sono bio-logiche, vicino al cantiere, a “Km-zero”, senza sprechi, recuperando in modo saggio ogni scarto e cercando metodologie il più possibile sostenibili e con il minor dispendio energetico possibile.

calce

Nel corso del tempo l’essere umano ha imparato ad indossare una seconda pelle, il vestiario, indispensabile ad imprigionare l’aria contenuta tra epidermide e stoffe. Questo tampone facilita o meno al vettore corpo la dissipazione per irraggiamento verso l’esterno. Parallelamente, nella storia dell’architettura, la calce, nella sua accezione di “vestito”, ovvero di intonaco, ha dato ottimi contribuiti alle strategie di recupero e al contenimento energetico. Queste soluzioni tecniche, spesso ad imitazione della natura, hanno elevato la sensazione di benessere fisiologico limitando gli scambi per irraggiamento.

Nella realtà la calce è come pietra liquida, descritta, negli antichi manuali dei mastri muratori, in questo modo:

“Ossido di calce ottenuto dalla cottura – calcinazione – in apposita fornace della pietra calcarea carbonata. La calce così ottenuta si chiama calce viva, che poi viene spenta – estinzione – facendola fermentare nell’acqua. Mescolata con rena o sabbia – ammaltata – dà la malta di calcina che si chiama anche grassello se è poca la quantità della rena, e magra se la sabbia è molta. Latte di calce è la calce spenta e allungata con acqua; calce bianca è il fiore della calce; (…)”.

(Dizionario di Architettura, G. Ravazzini, Editore-libraio della Real casa, Milano 1916).

Terra cruda

La terra è da sempre il materiale da costruzione che esprime le massime specificità locali entrando in sinergia con i caratteri climatici e territoriali della zona in cui viene utilizzata.

Ancora oggi il 40% della popolazione mondiale vive in case di terra cruda in territori con caratteristiche climatiche, socioeconomiche e sismiche differenti.

Termini quali salubrità, naturalità, località ed economia accomunano questo straordinario materiale il cui potenziale costruttivo e creativo sta oggi ridestando curiosità e interesse. L’argilla è facile da reperire, eliminando costi di traporto e stoccaggio. Inoltre, è facile da utilizzare e riutilizzare: esistono molte tecniche di semplice impiego, dai tamponamenti di strutture a telaio, alle finiture più preziose, ma sempre con la possibilità di un recupero pressoché totale, caratteristica che pone la terra in testa ai materiali più ecologici.

Alla terra cruda, unico materiale in edilizia che non subisce alcun processo lavorativo di trasformazione, possono inoltre essere aggiunti materiali naturali quali il canapulo, trucioli di legno o paglia, prodotti fibrosi che creano una sinergia indissolubile: mineralizzati dall’argilla, sono protetti dal fuoco o da attacchi di parassiti e grazie alla loro composizione cellulare porosa innescano continuamente, nei loro micropori, processi di condensazione interna di umidità e di evaporazione verso l’esterno.

Cocciopesto

Conosciuto e usato già nell’antichità, unito alla calce aerea dà vita ad una malta idraulica capace di asciugare anche in ambienti umidi.

In edilizia, per malta si intende un impasto che unisce legante, acqua e aggregati. In particolare, questi ultimi donano alla malta una vera e propria intelaiatura, uno scheletro rigido che rende compatta la struttura complessiva. Al posto delle sabbie, solitamente usate come aggregati, la cultura veneta era solita, per nobilitare l’impasto, frantumare e macinare coppi perché laterizi più puri in quanto dilavati dalle acque meteoriche.

Una malta a base di cocciopesto può essere meravigliosamente impiegata come rivestimento sulle pareti o sui pavimenti. Le sue spiccate capacità traspiranti la rendono simile ad una spugna in grado di risanare murature con presenza di umidità.

Canapa

Il canapulo è la parte legnosa della pianta di canapa. Le fibre (corteccia) vengono rimosse tramite processo di separazione meccanica e la parte legnosa viene triturata, sminuzzata in piccole parti e successivamente raffinata eliminando residui di fibre e polveri. La principale caratteristica del canapulo (o legno di canapa) è quella di possedere una struttura molecolare ad alveare; risulta quindi perfettamente traspirante e con un alto contenuto di silice nella fibra, perciò durevole, ma al tempo stesso duttile e con un elevato potere termico. Dalla fibra tessile all’edilizia, si possono vedere numerose peculiarità di questa materia, come ottimo isolante termico ed acustico, materiale altamente permeabile al vapore e quindi deumidificante ed antimuffa.