Estrema attenzione è dedicata all’uso di indispensabili e pochi materiali di alta qualità. Li selezioniamo accuratamente, con un atteggiamento progettuale consapevole, perché sono un’efficace bussola operativa per il benessere.
La nostra progettazione è tesa verso la comprensione delle loro caratteristiche prestazionali e fisiche all’interno del ciclo vitale dell’organismo edilizio. Selezioniamo le materie prime, le stratifichiamo e le assembliamo a secco, con valutazioni per la singola specificità dell’edificio.
Le componenti materiche e tecnologiche di un edificio, sia esso di nuova costruzione o da rifunzionalizzare, non dovrebbero mai avere il carattere della serializzazione, in virtù del fatto che ogni organismo edilizio ha una sua specificità organica e territoriale e come tale dobbiamo perseguire la sua vocazione all’autocontrollo ambientale ed al rispetto, in modo che risponda in modo bio-logico al mondo esterno con un proprio metabolismo in relazione ed in sintonia con le sollecitazioni ambientali esterne.
Fino al 1700 l’architettura ha imitato il metodo tecnologico della Natura per diminuire i consumi, per costruire in modo più economico possibile e per essere il più possibile “simpatica” all’uomo. Le materie prime da sempre sono state bio-logiche, vicino al cantiere, a “Km Zero”, senza sprechi, recuperando in modo saggio ogni scarto e cercando metodologie il più possibile sostenibili e con il meno dispendio energetico possibile, nel tentativo di fare poca “fatica”, nell’accezione fisico-scientifica del termine. In altre parole da secoli la Natura ha insegnato all’uomo a leggere il proprio sistema naturale locale e a realizzare il tipo edilizio più consono per proteggersi dal freddo e dal caldo. Un atteggiamento progettuale responsabile deve necessariamente perseguire un’attenta lettura dei repertori significativi dei sistemi naturali.